Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
5 dicembre 1479 – L’ago della bilancia
Nel 1471 fu eletto Papa Francesco della Rovere che assunse il nome di Sisto IV. La sua ambizione era smisurata e l’unico intento durante il papato fu quello di ottenere benefici economici e politici per sé e per la sua famiglia. La sua azione politica fu indirizzata in particolare alla ricerca di uno Stato da mettere sotto l’egida del nipote prediletto: Girolamo Riario.
Firenze sarebbe stata perfetta, ma dovevano essere cacciati i Medici.
Per questo motivo non fece niente per ostacolare la congiura del 26 aprile 1478 durante la quale Lorenzo il Magnifico fu ferito e Giuliano, suo fratello, venne ucciso. Non ci fu però la tanto sospirata sollevazione popolare e Lorenzo mantenne il potere.
Il Papa non si dette per vinto. Per prima cosa scomunicò Lorenzo, poi confiscò i beni dei Medici a Roma e infine chiese platealmente che Firenze gli consegnasse lo stesso Lorenzo.
Ovviamente la risposta fu negativa e la guerra divenne inevitabile: Firenze dovette confrontarsi non solo con il Papa, ma anche con Lucca, Siena e soprattutto Napoli. Fu in questo frangente che emersero le doti politiche del Magnifico. Da una parte rifiutò l’aiuto che gli aveva offerto il re di Francia Luigi XI, convinto, com’era, che avrebbe ripagato con gli interessi quell’aiuto. Dall’altra si mise in gioco personalmente recandosi a Napoli.
Il 5 dicembre 1479 s’imbarco a Pisa su navi napoletane consegnandosi, di fatto, nelle mani di chi in quel momento era un nemico. Fu in quell’occasione che emersero le doti diplomatiche del Magnifico che riuscì a convincere re Ferdinando che l’alleanza con il papa era, per sua natura, mutevole. Insomma, morto un papa se ne fa un altro; e il prossimo poteva non essere un Della Rovere. Dopo tre mesi di trattative, Lorenzo, che aveva anche recuperato i territori perduti durante la guerra, rientrò trionfante a Firenze. Con la sua attività diplomatica era riuscito a convincere i potenti d’Italia che le continue lotte fra stati avrebbero determinato l’intervento delle grandi potenze europee e messo a repentaglio la loro indipendenza. Lorenzo era diventato l’ago della bilancia della politica italiana. Tutto questo non distolse il papa dai suoi disegni e Lorenzo dovette sventare altre due congiure. Solo la morte del papa, avvenuta nel 1484, pose fine alle mire espansionistiche dei Della Rovere.
Sisto, sei morto alfine:
ingiusto, infido, giace,
chi la pace odiò tanto
in sempiterna pace
DANIELE NICCOLI
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