7 dicembre 1527 – Caterina de’ Medici rinchiusa nel convento delle Murate

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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

7 dicembre 1527 – Caterina de’ Medici rinchiusa nel convento delle Murate

Caterina de’ Medici fu l’ultima discendente diretta del ramo principale della famiglia originaria del Mugello. Era figlia di Lorenzo II duca di Urbino e di Maddalena de la Tour d’Auvergne. Il matrimonio fra i due era stato voluto da papa Leone X che cercava di barcamenarsi nelle alleanze con la Francia e la Spagna per non mettere a rischio lo Stato Pontificio e Firenze.

Col matrimonio voleva assicurare un futuro alla dinastia, ma i piani del Papa saltarono perché la primogenita fu femmina e i genitori sopravvissero solo alcuni giorni al parto: morto di sifilide Lorenzo e di febbri puerperali Maddalena.

Rimasta orfana, Caterina fu trasferita a Roma e affidata prima alla nonna Alfonsina Orsini e poi alla zia Clarice, moglie di Filippo Strozzi. Questa convivenza spiega l’appoggio che Caterina, ormai Regina di Francia, concesse allo stesso Filippo e i suoi figli nelle lotte contro Cosimo I che la stessa Caterina considerava un usurpatore.

Caterina aveva solo otto anni quando, approfittando della discesa dei Lanzichenecchi su Roma, Firenze si ribellò ai Medici e tornò a essere repubblicana. I rivoltosi lasciarono andar via i due bastardi, Ippolito e Alessandro, ma tennero come ostaggio Caterina, una carta da giocare in caso di rappresaglia da parte del Papa. Fu rinchiusa prima nel convento domenicano di Santa Lucia che ospitava suore che qualche anno prima avevano appoggiato il programma antimediceo del Savonarola e, poi, in quello benedettino delle Murate.

Durante l’assedio di Firenze ci fu chi propose di appendere Caterina alle mura della città che era sotto il tiro dell’artiglieria imperiale o addirittura di darla in pasto ai mercenari che combattevano per la Repubblica. Il suo soggiorno alle Murate durò dal 7 dicembre 1527 fino al 20 luglio 1529, quando ai governanti fiorentini parve che Caterina fosse trattata fin troppo bene e decisero di trasferirla di nuovo al Monastero di Santa Lucia dove rimase fino alla fine dell’assedio.

Una volta ristabilito l’ordine mediceo, Caterina fu trasferita a Roma nella residenza che Jacopo Salviati aveva ricevuto in dote dalla moglie Lucrezia, figlia del Magnifico. Quando qualche anno più tardi il Palazzo fu abitato da Margherita d’Austria, moglie di Alessandro de’ Medici, prese il nome di Palazzo Madama con cui ancora oggi è conosciuto.

Intanto per Clemente VII, capo indiscusso della famiglia, era giunto il momento di trovare il giusto marito alla giovane Caterina. Molti furono i pretendenti, ma alla fine la spuntò Enrico di Valois, secondogenito di Francesco I re di Francia. Dopo un breve periodo passato a Firenze in casa di Maria Salviati e quindi del futuro Cosimo I, nella tarda estate del 1533, Caterina, partì alla volta della Francia e non rivide più Firenze.

DANIELE NICCOLI

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